23 giu 2013

Dossier Fatal Fury - La leggenda del lupo famelico!

Fatal_Fury
Tra i maggiori successi di SNK e del suo Neo Geo è impossibile non parlare di Fatal Fury, il grande rivale di Street Fighter 2. In quegli anni 90 ricchi di picchiaduro pochi erano davvero all’altezza del capolavoro Capcom. Non era una questione meramente tecnica o di innovazioni, Street Fighter offriva tutto: una giocabilità ottima e un comparto tecnico superbo. Ma oltre a questo aveva anche una marcia in più: i personaggi. E’ indubbio il carisma di Ryu, Ken e company, tanto da essere ancora oggi tra i personaggi più famosi e amati del mondo dei videogiochi. Pochi character design si avvicinarono al colosso di Osaka, la maggioranza fallì miseramente proponendo fighting game scialbi, non necessariamente brutti, ma lacunosi di spessore narrativo e di innovazioni degne di nota.
CoverCover della compilation per PS2
SNK e la serie di Fatal Fury sono un’eccezione, fin dal primo episodio la saga ha offerto un roster di lottatori ottimamente caratterizzati affiancate a stage ispirati abbinati a ottimi temi musicale. La storia che ruotava intorno ai personaggi seppur semplice funzionava perfettamente riportando su schermo il classico concetto della vendetta. In una favolosa citta americana chiamata South Town un esperto di arti marziali ne è anche il boss incontrastato, il suo nome è Geese Howard. E’ anche l’organizzatore del prestigioso torneo di lotta The King of Fighters, evento che vede i lottatori più forti del globo sfidarsi a round all’ultimo sangue. Quando la notizia giunge alle orecchie dei fratelli Terry e Andy Bogard i due prendono l’occasione al volo per avere finalmente la possibilità di avvicinarsi e sfidare l’uomo che ha ucciso dieci anni prima loro padre, ovvero l’organizzatore stesso del torneo, il potentissimo Geese. Così inizia la leggenda dei lupi famelici, affiancati dal loro amico Joe Higashi, altro personaggio storico della saga.
Fatal Fury Fatal Fury
Il gameplay del primo Fatal Fury per quanto acerbo riusciva già ad esprimere un buon potenziale  con idee innovative come la possibilità di combattere in due piani differenti. Il gioco offriva i tre eroi come personaggi selezionabili e otto lottari da affrontare. Tutta la storia ruotava attorno al carisma di Terry, Andy, Joe e Geese (vero protagonista di questo capitolo e tra i personaggi più riusciti di sempre).  Con il secondo episodio invece ci fu un inversione di tendenza. Finalmente furono disponibili otto personaggi non per forza con buone intenzione, e quattro boss di fine gioco. La storia prendeva le distanze dal primo episodio e la narrazione era focalizzata su Wolfgang Krauser, fratellastro di Geese ed erede di una aristocratica famiglia tedesca. Dopo la sconfitta del fratellastro per mano di Terry Bogard l’imponente tedesco spinto dalla competizione e dalla passione per la lotta, tanto da renderlo crudele e inarrestabile sul ring, decise di affrontarlo. Così si aprì la seconda edizione del torneo di lotta The King of Fighters, il quale era svolto anche al di fuori di South Town e questa volta ci vedeva a combattere in giro per il globo.
Fatal Fury 2Fatal Fury 2
Fatal Fury 2 era un enorme passo in avanti a livello di gameplay, finalmente il picchiaduro SNK godeva di collisioni ben realizzate e di una IA decisamente più appropriata al genere proposto. Il tutto migliorato successivamente con l’edizione speciale Fatal Fury Special, la quale oltre a miglioramenti tecnici ci offriva la possibilità di usare i quattro boss di fine gioco e tre new entry direttamente dal primo Fatal Fury (Tung Fu Rue, Duck King e Geese Howard), in più era possibile affrontare un dream match contro Ryo Sakazaki di Art of Fighting. Il grande successo di Fatal Fury Special non fece tardare SNK nel realizzare il terzo e ultimo (almeno per quanto riguarda la serie principale) Fatal Fury 3: The Road of the Final Victory. Graficamente splendido, avanti a qualsiasi picchiaduro dell’epoca (sì, pure al rivale Street Fighter) con nuovi personaggi riusciti e l’ampliamento del concept delle super mosse proposte dal titolo precedente.
Mai_shiranuiFatal Fury Special
La storia del terzo episodio di Fatal Fury ritornava alle origini e ci vedeva nuovamente interessati alle vicende della mitica South Town. Il ritorno di Geese Howard suscitò l’interesse dei fratelli Bogard ma non era l’unico pericolo in città, fanno la loro comparsa in questo titolo anche Riuji Yamazaki, il quale vuole il potere di Geese e i fratelli cinesi Jin, bambini prodigi resi immortali da un’antica pergamena. Nonostante in Fatal Fury 3 tutto funzionava alla grande, dalla grafica alla storia, uno scivolone ci fu per quanto riguardava il gameplay. I personaggi nonostante godevano di un set di mosse nuovo e uno stile di grafica accattivante con animazioni pregevoli risentivano di una “legnosità” dei controlli, molto più accentuata rispetto a Fatal Fury Special. Un titolo ispiratissimo ma non al top, non rappresentando ancora la definitiva maturazione della saga.
Fatal Fury 3Fatal Fury 3
Fatal Fury 3 non fu di certo un fallimento, ma non si può neanche definire un episodio riuscito al 100%. Per avere l’episodio migliore della serie bisogna aspettare il 1996 con l’arrivo del primo episodio della nuova saga di Terry e amici conosciuto con il nome di Real Bout: Fatal Fury. Il titolo continuava esattamente dove finiva il terzo episodio, ovvero con Geese Howard che riesce a spuntarla sui fratelli Jin sottraendoli la pergamena e riuscendo a riprendere il controllo di South Town. Real Bout rappresenta tutto quello che doveva essere il terzo episodio: il punto di riferimento della serie. Uno dei fighting game più riusciti di sempre, dalla giocabilità ottima, curata in maniera maniacale. I personaggi finalmente liberi dall’uso forzato dei quattro bottoni tutti dedicati ai colpi potevano qui contare su un intuitivo sistema di comandi basato semplicemente su attacchi essenziali e cambi di piano laterali, con un risultato finale strabiliante, fluido e spontaneo. Anche il bilanciamento dei personaggi migliora decisamente con Real Bout oltre ad offrire tre nuove conoscenze (Kim Kaphwan, Duck King e Billy Kane) e la possibilità di utilizzare i boss del terzo capitolo. Con Real Bout la casa di Osaka rilascia una pietra miliare.
real boutReal Bout: Fatal Fury
Visto il successo negli anni successivi verranno rilasciati Real Bout: Fatal Fury Special, Real Bout: Fatal Fury 2 e Real Bout: Fatal Fury Domination Mind. Tutti e tre sono spin off dell’originale e condividono con esso grafica e meccaniche di gioco ampliando la selezione dei personaggi con facce nuove e regole inedite. La saga Real Bout ispirò anche l’esperimento in 3D dal titolo Fatal Fury Wild Ambition, il quale appare anche come una sorta di remake del primo Fatal Fury. Nello stesso filone della serie Real Bout va anche citato Fatal Fury First Contact per il piccolo Neo Geo Pocket. Arrivata all’estrema affermazione nel genere dei picchiaduro la serie storica di SNK doveva fare il passo finale, il canto del cigno, il salto di qualità capace addirittura di affossare la qualità di Real Bout: Fatal Fury.
rEAL BOUT fatalFatal Fury Wild Ambition
Ecco così nascere il capolavoro indiscusso Garou The Mark of Wolves. Il titolo era ambientato molti anni dopo il primo Real Bout, precisamente dopo la morte di Geese, e narrava le storie di un roster di personaggi completamente nuovo con un’unica vecchia conoscenza Terry Bogard, il quale sfoggiava un look decisamente più maturo. South Town come la conoscevamo nei vecchi episodi non c’è più, quello che rimane è una città oscura e disillusa dove la sopravvivenza è l’unica strada percorribile. I nuovi boss del gioco Kain e Grant non sono i classici cattivoni, sono semplicemente lo specchio di un mondo cambiato, più amaro, con più sfumature, dove buoni e cattivi non hanno più la stessa definizione marcata rispetto al passato. Questo è anche visibile in Rock Howard, emblema di questa dualità. Adottato da Terry e concepito dal suo eterno nemico Geese, racchiude in se tutto il significato della nuova era.
Garou: The Mark of Wolvesgarou
Garou The Mark of Wolves chiude al meglio la saga di Fatal Fury, offrendo un gameplay perfetto, ancora oggi ritenuto uno dei migliori giochi di lotta dagli appassionati. Una pietra miliare, il quale oltre ad anticipare la fine della bellissima saga di Fatal Fury è anche uno degli ultimi titoli della vecchia SNK. In qualche modo il Neo Geo iniziò a ingranare proprio con Fatal Fury e con esso concluse il suo ciclo di vita. Nessun gioco dopo di esso riuscirà ad avvicinarsi anche solo minimamente a tale qualità, sia tecnica che di giocabilità, lasciando indelebile il ricordo di una saga che ha affrontato (e a tratti anche scalfitto) il leggendario Street Fighter.
L’indimenticabile canzone “Oh Angel” facente parte della soundtrack dell’ OAV.

Link approfondimento:
Neo Geo (articolo dedicato al Neo Geo)
Neo Geo Pocket (articolo dedicato al Neo Geo Pocket)
Fatal Fury ReBout 1 & 2 (i nostri progetti fan made dedicati a Fatal Fury)
Informazioni sulla serie (Wikipedia, italiano)

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